Anpdi - Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia / Sez. di Reggio Calabria Anpdi - Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia / Sez. di Reggio Calabria


OPPIDO MAMERTINA - LOCALITA’ ALTOPIANO DELLO “ZILLASTRO”
La stele ed il Cap. Lucifora (uno dei 400)
Il tempo piovigginoso, assolutamente incerto ed addirittura foriero dei possibili temporali come anche già preannunciati dalle previsioni meteo, non ha impedito che il 14 settembre 2008 (essendo la domenica immediatamente successiva al giorno 8 settembre) i Paracadutisti della X zona (Calabria e Sicilia) commemorassero, come ormai abitualmente fanno ogni anno, la battaglia dello “zillastro”, onorando gli uomini del 185° BTG. della Divisione NEMBO, caduti l’8 settembre 1943 sulle montagne dell’Aspromonte, a seguito di un cruento combattimento ingaggiato, ignari dell’armistizio, con preponderanti reparti anglo-canadesi.

Inoltre, alcuni giorni prima della cerimonia (nelle giornate di venerdì e sabato), come pure avviene ogni anno, i più ardimentosi Paracadutisti, zaino in spalla, hanno rievocato la fatica degli uomini del Nembo, ripercorrendo lo stesso itinerario seguito dai militari in occasione del fatto d’armi in questione: circa 50 Km. di dura marcia sulle aspre montagne dell’Aspromonte, partendo dalla località di Gambarie (deliziosa stazione climatica a m.1300 slm, sita nel territorio del Comune di Santo Stefano e frequentata anche in inverno per le sue piste innevate che, per la loro posizione, consentono di sciare guardando il mare), sino a raggiungere i luoghi del cruento combattimento, nel territorio del Comune di Oppido Mamertina.

Suddetta non facile marcia, svolta con un percorso articolato tra pareti fortemente scoscese ed una variegata fitta vegetazione, ha consentito ai parà di raggiungere le vette dominanti le vallate circostanti e dalle quali si ha l’opportunità di vedere, addirittura contemporaneamente, ben due mari (ad est il mar Jonio, ad ovest ed a sud-ovest il mar Tirreno), nonché la Sicilia e l’Etna con la sua cima innevata e fumante, oltre le isole eolie, con Vulcano e Stromboli, che spesso apparendo attraverso la foschia sembrano magicamente emergere da un mondo fantastico e surreale.

Più in particolare, con la marcia rievocativa, i paracadutisti hanno raggiunto, nella prima giornata, i seguenti principali punti di osservazione: Monte Scirocco (mt. 1.560), Monte Nino Martino (mt. 1.838), Sorgente Materazzelle (mt.1.830) ove hanno effettuato una sosta per consumare una frugale colazione, Montalto (mt. 1.955), monte Tabbaccari (mt. 1691), Pietra Tagliata (mt. 1751), Portella Cannavi (mt. 1.596), per poi fermarsi in serata presso il rifugio Biancospino sui Piani di Carmelia (mt. 1.260); ripartiti il mattino successivo dal rifugio, hanno poi toccato i seguenti punti di osservazione: Portella Mastrangelo (mt 1.440), Monte Fisticchio (mt. 1567) ove hanno brevemente sostato per la colazione, Passo Cerasara (mt.1.406), Monte Scorda (mt. 1572), Monte Misafumara (mt. 1390), fino a giungere, sabato sera, sui piani dello zillastro (mt.1.030), per ivi approntare il bivacco nell’attesa del giorno successivo (domenica) dedicato, appunto, alla commemorazione del fatto d’armi che vide coinvolti gli eroici quattrocento Paracadutisti italiani, i quali, sebbene stremati per la fatica e sia pur con scarsi mezzi a disposizione, non esitarono - nell’adempimento del loro dovere - ad attaccare a sorpresa una intera Divisione anglo-canadese, costituita da ben 5.000 uomini equipaggiati di tutto e composta dai Reggimenti “Edmonton” e “New Scotland” che, dopo lo sbarco in Sicilia, stavano risalendo la Penisola.

Quegli uomini del Nembo, infatti, combatterono proprio nella località denominata “zillastro”, che si raggiunge attraverso la dorsale aspromontana, seguendo il sentiero Italia in direzione nord, addentrandosi per un centinaio di metri nella pineta antistante il maestoso Crocefisso dello Zervò, che si erge, proprio in quei luoghi, quasi a voler rammentare, agli occasionali viandanti, le sofferenze umane ed il perdono di Dio.

Lo scontro, a dir poco impari per i mezzi e per il numero di uomini sul campo di battaglia, si sviluppò su un fronte di appena cinquecento metri: ciò rende solo una vaga idea di quanto cruento possa essere stato il combattimento. Esaurite le poche munizioni, gli uomini del Nembo fecero ricorso anche all’arma bianca e, perdendo diverse unità, alla fine furono costretti a sganciarsi ripiegando in direzione Platì.

Ordinato il “cessate il fuoco”, l’incredibile coraggio dimostrato dai nostri soldati, sorretto - in mancanza di diversi ordini - soltanto dall’onore e dalla fedeltà al giuramento in precedenza prestato, venne addirittura apprezzato dal Comandante delle truppe anglo-canadesi, tanto che, ai paracadutisti fatti prigionieri, venne concesso l’onore delle armi.

La cerimonia, con la partecipazione di una rappresentanza del Comando Militare della Regione Calabria, si è svolta nella giornata di domenica alla presenza del Presidente Nazionale Gen. Paolo Mearini, il quale, dopo la deposizione dei fasci di fiori alle Croci che ricordano i singoli Caduti, nonché della corona al monumento, ha rammentato l’eroismo di quegli uomini del Nembo che, con grande onore e lealtà, combatterono giungendo all’estremo sacrificio per il bene della Patria comune.

Su questo altopiano aspromontano, dove rigoglioso cresce il pungitopo, chiamato in dialetto “ù zillastru”, vicino al monumento, eretto per ricordare quei valorosi paracadutisti italiani, si avverte ancor oggi una strana sensazione ed aleggia tanta amarezza; ""ribadisco che sto facendo e farò di tutto, come già promesso l’anno scorso”” – ha dichiarato il Gen. Mearini – “”per portare all’attenzione Nazionale questo importante fatto d’armi da molti ancora sconosciuto…"" .

Sono poi seguiti gli interventi del reduce Cap. Paolo Lucifora (uno dei quattrocento) e del reduce Ten. Col. Giuseppe Aloi (il quale, anche quest’anno, nonostante i suoi novantaquattro anni, al termine della cerimonia ha inteso onorare i caduti con le sue incredibili pompate), del Paracadutista Prof. Santoro, del Vice Sindaco di Oppido Mamertina Murdaca, nonché dell’Assessore del Comune di Reggio Calabria Giuseppe Agliano; quest’ultimo ha letto un messaggio inviato dal Sindaco di Reggio Calabria - Giuseppe Scopelliti - al Presidente Nazionale Gen. Mearini.

“”L’Amministrazione civica è grata all’Associazione Paracadutisti, da Lei così egregiamente rappresentata – ha scritto il sindaco Scopelliti, rivolgendosi al Presidente Mearini - per la commemorazione della Battaglia dello Zillastro: un memorabile evento bellico che è stato un fulgido esempio di dedizione e di sacrificio dei Paracadutisti Italiani verso la Patria in armi. La marcia rievocativa e la deposizione della corona di alloro al Monumento che ricorda quei caduti è un solenne omaggio di tutti noi al martirio di tanta gioventù che ha dato la propria esistenza per consentirci di vivere oggi in una nazione democratica e libera. La prego, pertanto – ha proseguito Scopelliti - gradire sentimenti di solidale partecipazione alla significativa manifestazione che onora l’Associazione Paracadutisti e la Città di Reggio Calabria””.

Quest’anno, innanzi al monumento che ricorda la battaglia, oltre ai Labari appartenenti alle Sezioni A.N.P.d’I della decima zona, si è notata la gradita presenza del Labaro della Sezione di Velletri (mentre, come si ricorderà, in occasione della cerimonia del 2007 vi era stata l’altrettanto gradita presenza del Labaro della Sezione di Verbania).

Hanno presenziato alla cerimonia, inoltre, il Par. Lg.Ten. Cosimo Sframeli - Comandante della Stazione CC di Reggio Calabria Principale, il Segretario Nazionale A.N.P.d’I. Aldo de Lorenzis, il Cap. medico Domenico Mittica, l’Aiutante Aldo Moncada Presidente regionale dell’Associazione Sottufficiali ed il Par. Aiutante Domenico Albanese Consigliere Nazionale della stessa Associazione Sottufficiali.
La Santa Messa è stata officiata dal Cappellano del 2° RGT. dell’Aviazione dell’Esercito “Sirio”, Rev.do Padre Salvatore Rispoli.

In occasione della toccante cerimonia sono stati consegnati a BUTTALICO Gianfranco, TOMASELLO Carlo e PANNUTI Francesco - tutti appartenenti alla Sezione di Reggio Calabria - i brevetti dagli stessi recentemente conseguiti presso la Scuola di Pontecagnano, mentre il brevetto di ALBANESE Dario, impossibilitato a presenziare personalmente, in quanto impegnato, per gli studi intrapresi, presso la Scuola Militare Teuliè in Milano, è stato con orgoglio ritirato dallo zio di quest’ultimo: il decano della Sezione reggina Domenico Albanese; singolare la coincidenza - degna di nota - costituita dal fatto che Dario, di anni diciassette, ha conseguito il brevetto nel 2008 ed alla stessa età in cui lo conseguì, nel 1964, vale a dire quarantaquattro anni addietro, lo zio Mimmo.

Sono stati rilasciati, quindi, attestati e riconoscimenti ai paracadutisti BERNARDI Marco – istruttore presso la Scuola di Latina, CARTA Maurizio e LIGIS Francesco Salvo (tutti della Sezione di Velletri), DISMA Carlo (della Sezione di Siracusa), PREITE Piero – Istruttore e Presidente della Sezione di Cosenza, nonché CHILA’ Antonino, GIOVINAZZO Francesco, PANNUTI Francesco e RUSSO Domenico (tutti della Sezione di Reggio Calabria) che, con in testa l’instancabile Pino PERRONE – Istruttore e Presidente della sezione reggina, nei due giorni precedenti (venerdì 12 e sabato 13 settembre) hanno anche partecipato, con la guida del Parco d’Aspromonte Sig. Antonio Barca, alla dura marcia rievocativa. Ai Paracadutisti della Sezione di Velletri è stato donato il crest della X zona.

Conclusa la cerimonia con l’ammaina bandiera e l’Inno di Mameli, i paracadutisti si sono poi spostati, a bordo di automezzi, verso valle, raggiungendo un ristorante in Santa Cristina d’Aspromonte per il pranzo sociale, dove la giornata si è conclusa con canti della specialità e di antica memoria, intonati da tutti i partecipanti sulle note di un pianoforte esistente nel locale e brillantemente suonato dal maestro Scerra.

Par. Alfonso Mazzuca

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